
Ore sconosciute di un pomeriggio fin troppo conosciuto di Martedì,sono barricato da ore dentro la mia stanza,ho chiuso le finestre e tengo accese solo luci artificiali,sono convinto che quando uscirò e verrò investito dai raggi del sole diventerò cieco. Sto combattendo con fermezza con una dannata relazione di fisica ma sono sicuro, ce la farò. Siedo ingobbito davanti al computer da tempo immemore, mi muovo goffamente tra grafici,immagini, giusti termini,metodi vari con varie equazioni, ma sono fiducioso dei mie mezzi,ho ormai appreso l’arte del PC non perderò anche questa volta.Mentre pigio forsenattamente i tasti e asciugo il sudore dalla fronte penso a quanti altri studenti,compagni di classe e amici abbiano vissuto o stinao vivendo una simile battaglia,anche loro ormai possessori di occhiaie giganti e di perenni mal di testa. Credo in fondo che noi studenti siamo un luogo comune;vogliamo ribelarci,sogniamo un giorno in cui saliremo sui banchi ed inizieremo a leggere la nostra costituzioe ,un giorono in cui se si sarà volgari lo si sarà per un giusto motivo,il vendicarci di tuti i torti subiti dai professori,un giorno in cui ci opporremo ad ogni compito assegnato,ma si sa nessuno a tale coraggio.Cosi tutti i pomeriggi siamo di nuovo ingobbiti sui libri o suoi computer,per il sacro vincolo dello studio a cui siamo e saremo legati per semepre.
Fatte tali considerazioni e posta la parola FINE sulla fisica, a notte fonda mi rifugio sotto le amate comperte aspettando il domani.Il giorno successivo viviamo lezioni toccanti,affrontimao il carpe diem del poeta latino Orazio e ci immergiamo tra rivoluzioni americane e problemi di natura filosofica riguardo il caro San Tommaso,lui si che aveva altro a cui pensare,non come noi poveri discepoli,rinchiusi sei ore dentro aule puzzolenti che contengono molteplici ascelle e pochi deodoranti.Finalmente in quinta ora consegno la mia bella relazione,stampata a colori con immagini e grafici sgargianti,sono sempre più sicuro di me. Giovedì durante italiano ci aspetta Guicciardini e la sua visione del mondo,tra poco avremo un compito dobbiamo essere attenti.Cosi facicamo e veniamo a conoscenza del fatto che “Gucciardini vede un mondo mutevole e cangiante,dove non esistono leggi universali,dove l’uomo deve riuscire a selezionare cosa è meglio cosi da poer migliorare la sua reputazione”. “grazie caro “pensiamo tutti in coro “Ne avevamo proprio bisongo della tua saggezza”Continuiamo la giornata osservando cellule di patate e cipolle durante biologia,non si capisce bene se si piange per l’effetto delle cipolle o perchè ormai siamo esausti e degli ortaggi abbiamo un bassissimo interesse. Il Venerdì giunge tranquillo ma nella scuola si vocifera di un tizio,probabilmente un minorato mentale,che,nascosto sotto una falsa identità, insulta chi gli capita a tiro su “Faccialibro”.Vedo negli occhi dei miei coetanei sensazioni verie:rabbia profonda,totale indiferenza,preoccupazione curiosità. Si vocifera sempre di più e ci si chiede”Chi sarà mai? Quanti anni avrà? Sarà interno o esterno la scuola?” Manca la domanda più importante però”Cosa ci importà?”
Tranquillamente però giunge l’ultimo giorno scolastico dell’ultima settimana di Dicembre,si iniziano a denotare i primi segni del bisogno di vacanze natalizie,sono infatti già partiti giri telefonici infiniti per chiedere”Ma quest’anno a capodanno cosa facciamo?”e per rispondere”Guarda casa mia non posso,i mie genitroi non vogliono potresi chiedere a …per poi continuare cosi,probabilmente ci ritroveremo come sempre a “trinineggiera”cantando SASUERA nella solita casa o nel solito locale ma che importà?
Non solo questo però delinea il nostro desiderio di festività,durante le prime tre ore diversa gente è svenuta sui banchi o,delirando,avanzava verso la finestra convinta di aver visto Babbo Natale con tutte le renne.Suona provvidenzialmente la ricreazione.Ci gettiamo tutti giù al bar,confortati da caffè caldi e merendine,si discorre però sempre di compiti o appunti,è incredibile come la ricreazione sia solo un’altro modo per dire “scuola”.Sorseggiando caffeina sono tranquillo,ma la tranquillità nasce dall’ignoraza,sono infatti ignaro di ciò che accadrà fra poco.Vedo da non molto lontano il professore di fisica,calmo,sicuro e con un leggero sorrisoche avanza verso di me,raggiunto mi dice”Dovrei dirti una cosa riguardo la tua relazione”un brivido mi scuote,sono agitato ed eccitato al tempo stesso,forse questa volta ho ragiunto la meta.Ci spostiamo in cortile dove lui inizia a parlare”Controllando la tua relazione ho notato che…”E giù ad elencare una serie di errori fondamentali che avevo comesso, : dati, misure errate,parabole inesistenti,comprensione invisibile. Ascolto il tutto con un misto di attenzione e incrdulità,alla fine conclude”Tranquillo per ogni problema ci sono io”
Lo stimo profondamente per questo gesto ma il problema è: ci sarò io?Io come mente,io come studente ed adolescente che,come tutti,vorebbe rincorrere l’amato diem,l’attimo, come un gatto insegue la farfalla,”Dannato computer”penso e sparisco di nuovo tra cornetti e cioccolate.