

Numeri. In effetti essendo una studentessa l’incontro spesso: equazioni, problemi, calcoli… Non avrei mai potuto pensare che una persona potesse essere considerata un numero . Mi sbagliavo. Intensa è stata l’emozione, quando, Alberto Mieli, con le lacrime agli occhi ha alzato la manica del maglioncino per mostrare il marchio, quel marchio fatto ad Auschwitz, nei campi di concentramento. La storia di quest’uomo ha toccato nel profondo noi, studenti della scuola PIO XI di Roma nel giorno 25 gennaio, una storia a cui a stento si crede, ma non per diffidenza, ma per l’orrore che provoca. Ad appena 14 anni, per una fatale situazione, viene arrestato e portato prima nei campi di lavoro in Italia, e poi nel campo di sterminio in Polonia, ad Auschwitz. Sarebbe troppo duro e doloroso scrivere quante botte ha dovuto prendere, quanta fame ha dovuto patire e quante persone ha dovuto vedere morire; eppure lui è qui, per raccontare la sua storia, perché “ Io sono sopravvissuto per raccontarvi ciò che ho visto, per non farlo più accadere. Perché quello che ho passato io, non voglio che nessuno mai più debba sopportarlo”. La giornata della Memoria, spesso affrontata con una dinamica anche retorica, è stata da noi vissuta attraverso la narrazione del male spesso troppo vicino a noi, per far ricordare fin dove può spingersi la mostruosità umana, e poiché noi sappiamo che la frase “ il sonno della mente genera i mostri” è vera, allora siamo consapevoli che la libertà di ogni uomo è intrinsecamente legata alla memoria di ciò che è stato e che non dovrà più ripetersi.
Flavia Felli (III Liceo Classico)